Un libro e una coincidenza che neppure lei si sarebbe mai aspettata di vivere: parla la nonna di Giulia Cecchettin dopo la morte della nipote.
La nonna di Giulia Cecchettin non riesce a darsi pace dopo la morte della nipote per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta. Quello che mai si sarebbe aspettata, però, è di dover presentare il suo libro contro la violenza sulle donne proprio in una circostanza di dolore simile. Carla Gatto, questo il suo nome, ha parlato al Corriere della Sera, anche a proposito dell’assassinio della giovane nipote.
Il dolore della nonna di Giulia Cecchettin
In queste ore l’autopsia sul corpo di sua nipote e un dolore che difficilmente andrà via. La nonna di Giulia Cecchettin ha parlato della sofferenza dopo la tragica uccisione della ragazza per mano dell’ex fidanzato Filippo Turetta sottolineando la forte mancanza che prova in questo momento.
“Cosa mi manca di Giulia? Tutto. Lei era meravigliosa. Aveva sempre il sorriso. Amava il disegno, i fumetti. Una vena artistica che forse aveva preso da me, dipingere è una delle miei passioni. Mi mostrava le sue creazioni e mi raccontava che aveva iniziato questo corso. Era contenta di laureasi in Ingegneria biomedica. ‘Mi piace tantissimo fare i disegni perché mi dà libertà’, mi diceva. E invece è riuscita a seguire solo due lezioni di disegno”.
La signora Carla Gatto aveva scritto un libro dedicandolo alla madre di Giulia basato su una storia contro la violenza sulle donne. Adesso la donna promette: “Scriverò un altro libro per mia nipote”.
Le parole su Filippo Turetta
Quando poi le è stato chiesto riguardo i sentimenti verso l’assassino di sua nipote, la donna è onesta: “In questo momento non so cosa provo. Sentire un sentimento di rabbia è inevitabile. Provare odio non è, però, utile a nessuno. L’odio ci logora inutilmente“.
“Cosa direi ai genitori di Filippo? Non li conosco. Non me la sento di parlare di loro. Voglio ricordare solo la nostra Giulia. Lei era il nostro sole. Aveva una vita piena di cose belle davanti al sé. Quella sera si è fidata. Ed ora non c’è più…”.